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RICORSI PER LA CITTADINANZA

COSA SIGNIFICA RIGETTO E DINIEGO DELLA CITTADINANZA ITALIANA?

Diniego e rigetto della cittadinanza italiana significa che l’Amministrazione, sulla base degli elementi raccolti, ritiene che lo straniero non possiede tutti requisiti di legge per la concessione dello status di cittadino italiano, oppure non risulta integrato nel tessuto nazionale e dunque decide di emettere prima un preavviso di rigetto e poi un provvedimento definitivo di rigetto della cittadinanza.

Il Ministero dell’Interno decide per il rigetto o il diniego della cittadinanza italiana quando sussistono delle mancanza in uno o più requisiti per la cittadinanza italiana: elementi che sono indispensabili per poter ritenere il cittadino straniero integrato nello Stato Italiano e quindi idoneo a diventare cittadino italiano.

Rigetto e diniego significa non voler attribuire allo straniero lo status di cittadino, con i benefici, i diritti e i doveri che ne conseguono.

Le cause di rigetto cittadinanza per residenza sono:

  • buchi di residenza (cioè manca la continuità dell’iscrizione anagrafica e quindi l’assenza del requisito della durata della residenza in Italia);
  • la carenza del reddito sia dei tre anni precedenti che di tutti quelli successivi e fino alla concessione della cittadinanza italiana;
  • i precedenti penali personali e precedenti penali dei familiari conviventi.

Le cause di diniego cittadinanza per matrimonio sono:

  • la validità e l’efficacia del vincolo coniugale: la cittadinanza non può essere concessa se nelle more del procedimento dovesse sopraggiungere il divorzio o la separazione dei coniugi, oppure nel caso in cui il matrimonio sia ritenuto “di comodo”, o fittizio.
  • l’esistenza di gravi reati e precedenti penali, come elencati all’art. 6, comma 1, della legge 5 febbraio 1992 n. 91, vale a dire: “a) la condanna per uno dei delitti previsti nel libro secondo, titolo I, capi I, II e III del codice penale;  b) la condanna per un delitto non colposo per il quale la legge prevede una pena edittale non inferiore nel massimo a tre anni di reclusione, ovvero la condanna per un reato non politico ad una pena detentiva superiore ad un anno da parte di una autorità giudiziaria straniera, quando la sentenza sia stata riconosciuta in Italia; c) la sussistenza, nel caso specifico, di comprovati motivi inerenti alla sicurezza della Repubblica.”

Infine vale sia per la domanda di cittadinanza per residenza che per matrimonio, l’obbligatorietà della conoscenza della lingua italiana, la cui mancanza di tale requisito comporterà il rigetto della domanda di cittadinanza italiana.

DINIEGO CITTADINANZA ITALIANA RICORSO AL TAR

Quando il Ministero dell’Interno decide di respingere la domanda di cittadinanza italiana lo fa con un provvedimento di rigetto che viene comunicato al cittadino straniero tramite il portale online di invio della domanda, oppure all’email indicata al momento di registrazione per l’invio della domanda di cittadinanza italiana.

Il ricorso al Tribunale contro il provvedimento che ha rifiutato la domanda di cittadinanza italiana deve essere presentato entro e non oltre il termine di 60 giorni dal ricevimento della comunicazione.

Solamente un Avvocato può presentare il ricorso al Tribunale e difendere il vostro diritto a diventare cittadino italiano.

Se la domanda di cittadinanza italiana è stata rigettata, rifiutata o negata, dopo il provvedimento di diniego si può presentare una nuova domanda di cittadinanza solo dopo il decorso di 1 anno dalla notifica del rigetto.

Se la domanda è stata rigettata per motivi di sicurezza, la domanda di cittadinanza può essere ripresentata dopo 5 anni dalla notifica del rigetto.

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